Hamsik, il Marekiaro di Napoli

Un taglio di capelli può cambiare il destino e realizzare il sogno. Quello di un bambino che vuole fare del calcio un mestiere. I genitori pagano di tasca propria il trasferimento in un club importante dove può mettersi in luce, lo Slovan di Bratislava e lui promette un giorno di ripagarli. Il piccolo Marek, che di cognome fa Hamsik, segna gol a raffica e corre dietro a un pallone anche quando rotola lontano. A 17 anni lascia la Slovacchia per raggiungere Brescia e l’Italia. E’ il 2004.

Nell’agosto del 2004 il giovane centrocampista Marek Hamisk arriva in Italia. A Brescia conosce le nostre tradizioni e la pasta, a Napoli è conquistato (manco a dirlo!) dalla pizza.

Una presenza in A nell’anno della retrocessione e la possibilità di trovare spazio in una categoria più bassa. Nella stagione 2006-07, quella della super B con Juventus, Genoa e Napoli, Hamsik alza la cresta, quella che caratterizza il suo look e che ricorda tanto un altro giovanotto, Gianmarco. Quest’ultimo è il figlio di Pierpaolo Marino, nel 2007 direttore sportivo del Napoli. Marino è a Brescia per osservare il centrocampista Milanetto ed è incuriosito da quel ragazzo che alla fine della partita con l’Albinoleffe ne prende il posto. Una staffetta voluta dal fato. Il dirigente partenopeo rimane folgorato da Marek Hamsik, nome strano, bel fisico, capigliatura stravagante. Marino capisce subito di trovarsi di fronte a un giocatore importante e insiste con il presidente De Laurentiis per “farselo regalare”. Hamsik va a Napoli, in un club ambizioso e importante, sa che dovrà lavorare sodo per conquistare una maglia da titolare, per battere una concorrenza ancor più spietata. Ma questo non lo spaventa e riesce a scalare la classifica dei calciatori con più presenze nella storia del Napoli.

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